Rimuovere CO2

Secondo la comunità scientifica, per limitare l’aumento delle temperature medie globali “ben al di sotto dei 2°C”, obiettivo dell’Accordo di Parigi, è necessario non solo ridurre in modo rapido e drastico le emissioni di biossido di carbonio e degli altri gas serra, ma è necessario rimuovere dall’atmosfera la CO2 che sarà presente in eccesso quando si sarà raggiunto “emissioni zero”.

Infatti, essendoci un legame sostanzialmente lineare fra la quantità cumulata di CO2 emessa nell’atmosfera e le temperature medie globali, se si fissa un livello di stabilizzazione delle temperature globali, ad esempio +1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, c’è una quantità fissa di CO2 che si può emettere. E se si eccede il limite, è necessario togliere la CO2 in eccesso.

Tanto più si ritarda nella riduzione delle emissioni, maggiore sarà la quantità di CO2 da rimuovere. Anche nell’ipotesi – da tutti auspicata – di scenari ambiziosi di contenimento del surriscaldamento globale, secondo molti studi scientifici sembra inevitabile il ricorso a miliardi di tonnellate di “emissioni negative” di biossido di carbonio.

Un primo modo per rimuovere CO2 dall’atmosfera è quella di riscoprire e potenziare al massimo tutti i sistemi più naturali per assorbire CO2 dall’atmosfera, arrestando la deforestazione e riforestando aree non utilizzate, aumentando il contenuto di carbonio dei suoli con pratiche agricole dedicate. Ma la quantità di CO2 da rimuovere è molto superiore a quanto sembra possibile con queste pratiche

Una tecnologia molto studiata per ottenere emissioni negative è la bionergia e cattura e stoccaggio del carbonio della tecnologia (BECCS), in cui le piante agiscono come “spugne” per la CO2 atmosferica. Altre tecnologie proposte e oggetto di studio di grandi centri di ricerca pubblici e privati prevedono l’assorbimento di CO2 dall’aria attraverso diversi tipi di filtri (DACCS: Direct Air Capture e CCS).

Altri processi in grado di sottrarre biossido di carbonio dall’atmosfera consistono nell’accelerare i naturali processi di “dilavamento” e reazione con le rocce carbonatiche che determinano, in tempi molto lunghi, la rimozione di CO2 atmosferica. Un metodo è quello dell’alcalinizzazione degli oceani, che consiste nello scaricare prodotti alcalini (calcare o calce spenta) nel mare, aumentando il pH delle acque in modo da favorire un maggiore assorbimento di CO2 dalla superficie del mare. In questo modo si ha un doppio effetto benefico, in quanto si contrasta l’acidificazione del mare.

Si tratta di processi ancora in fase di ricerca e sviluppo, che oggi hanno costi economici ed energetici ancora troppo alti, maggiori di altre opzioni tecnologiche disponibili per ridurre le emissioni. Ma che per essere disponibili nel medio termine devono essere oggi oggetto di ricerca e sviluppo.

Il progetto DESARC-MARESANUS ha quindi l’obiettivo di studiare la fattibilità di un processo che combina la produzione di energia da biomasse con la calcinazione del calcare, l’alcalinizzazione del mare e lo stoccaggio della CO2 residua.

Per approfondire

Anderson et al. (2019) Natural climate solutions are not enough. Science, 363, 6430, 933-934.

Fuss et al. (2018) Negative emissions – Part 2: Costs, potentials and side effects. Environmental Research Letters 13, 063002.

Griscom et al. (2017) Natural climate solutions. PNAS, 114, 11645-11650

Minx et al. (2018) Negative emissions – Part 1 : Research landscape and synthesis ‘ Environmental Research Letters, 13, 063001.

Nemet et al. (2018) Negative emissions – Part 3: Innovation and upscaling. Environmental Research Letters 13, 063002.

Renforth and Henderson (2017) Assessing ocean alkalinity for carbon sequestration. Rev. Geophysics, 55, 636 – 674

Video: Negative emissions technologies

Video: The Grand Challenge of Negative Emissions

https://www.desarc-maresanus.net/wp-content/uploads/2019/03/co_neg1.jpg

.


.

https://www.desarc-maresanus.net/wp-content/uploads/2019/03/co_neg3.jpg

.


.

https://www.desarc-maresanus.net/wp-content/uploads/2019/03/co_neg2.jpg

.


.

Rimuovere la CO2